Incidente moto Nocera, centauro soccorso con elicottero

Incidente moto Nocera, centauro soccorso con elicottero

Incidente moto Nocera – Nocera Umbra, oggi alle 10:50 si è verificato un incidente motociclistico nella località di Collecroce, nel comune di Nocera Umbra. Un motociclista di 62 anni, mentre percorreva una strada sterrata, ha purtroppo perso il controllo del suo veicolo, cadendo a terra. La situazione ha richiesto un intervento di soccorso immediato.

Una squadra di vigili del fuoco di Gaifana è stata prontamente inviata sulla scena su richiesta del servizio di emergenza medica 118. Sul posto, il personale di soccorso ha prestato assistenza al motociclista ferito, immobilizzandolo e fornendo le prime cure necessarie.

Dopo le operazioni di stabilizzazione, il ferito è stato trasportato in ospedale attraverso un elisoccorso per ricevere ulteriori trattamenti medici. L’incidente mette in evidenza l’importanza dell’intervento tempestivo dei soccorritori nelle situazioni di emergenza stradale.

La stabilizzazione del ferito è una procedura che ha lo scopo di preservare le funzioni vitali del paziente che ha subito un trauma grave, come un incidente stradale, una caduta, una ferita da arma da fuoco o da arma bianca, una ustione o un’asfissia. La stabilizzazione del ferito si basa sulla regola ABC, che indica le tre priorità da seguire in ordine:

  • A: airway, cioè garantire la pervietà delle vie aeree, liberandole da eventuali ostacoli che possano impedire il passaggio dell’aria (sangue, vomito, denti, lingua, corpi estranei) e mantenendo la testa in posizione neutra o iperestesa;
  • B: breathing, cioè verificare la presenza e la qualità del respiro, valutando il ritmo, la frequenza, la profondità e la simmetria dei movimenti toracici e auscultando i polmoni alla ricerca di eventuali suoni anomali (crepitii, ronchi, sibili) che possano indicare una compromissione della funzione respiratoria (emotorace, pneumotorace, contusione polmonare);
  • C: circulation, cioè controllare la presenza e l’efficacia della circolazione sanguigna, misurando il polso (frequenza, ritmo, ampiezza), la pressione arteriosa e la saturazione di ossigeno nel sangue e cercando eventuali segni di shock (pallore, sudorazione fredda, tachicardia, ipotensione) o di emorragia interna o esterna.

La stabilizzazione del ferito può richiedere l’uso di diverse tecniche e strumenti, a seconda della gravità e della natura del trauma. Alcuni esempi sono:

  • L’uso di un collarino cervicale per immobilizzare il collo e prevenire danni alla colonna vertebrale;
  • L’uso di un dispositivo di estricazione (KED) per immobilizzare il tronco e facilitare il trasporto del paziente fuori dal veicolo;
  • L’uso di un laccio emostatico o di una compressione diretta per fermare un’emorragia esterna;
  • L’uso di una cannula oro- o naso-faringea per mantenere aperte le vie aeree;
  • L’uso di una maschera con riserva o di un pallone autoespandibile per fornire ossigeno supplementare al paziente;
  • L’uso di una sonda gastrica o di un catetere vescicale per svuotare lo stomaco o la vescica e prevenire la compressione degli organi interni;
  • L’uso di una flebo per somministrare liquidi o farmaci al paziente.

La stabilizzazione del ferito è una fase fondamentale per aumentare le possibilità di sopravvivenza e di recupero del paziente traumatizzato. Per questo motivo, è importante che i soccorritori siano adeguatamente formati e preparati a intervenire in modo rapido ed efficace in caso di emergenza.

 
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