
Disabilità e invalidità, sindaco Stirati ha partecipato a convegno promosso da Uil pensionati
Nella sala gremita, si è parlato della opportunità e necessità di mettere in rete conoscenze e competenze di esperti e operatori del settore
Il sindaco Filippo Mario Stirati ha portato il saluto dell’amministrazione comunale al convegno organizzato, nei giorni scorsi presso l’hotel Beniamino Ubaldi, dalla Uil Pensionati su disabilità e invalidità, che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale al Welfare Luca Barberini e del segretario organizzativo nazionale Uil Pensionati Emanuele Ronzoni.
«Stiamo difendendo una rete di interventi e di protezione sociale – ha spiegato il sindaco Stirati – che consideriamo uno spartiacque e una scelta di carattere politico, capace di fare la differenza intermini di servizi e risposte al disagio. Consideriamo “strategica” l’interlocuzione e la sinergia con la Regione Umbria ».
Nella sala gremita, si è parlato della opportunità e necessità di mettere in rete conoscenze e competenze di esperti e operatori del settore.
Dopo l’introduzione di Elisa Leonardi, operatrice del patronato Ital di Gubbio e membro della segreteria regionale della Uil pensionati, tante le preziose testimonianze raccolte, con gli interventi di don Angelo Fanucci per la comunità di Capodarco, di Liana Cicchi presidente cooperativa Asad, del direttore del distretto dell’Alto Chiascio Anna Rita Commodi, dell’insegnante di sostegno Micaela Sarnani, di Antonio Scarponi in qualità di rappresentante dell’ufficio “H” della Uilp Umbria.
La dottoressa Leonardi è entrata nel merito, fornendo un accurato quadro normativo e procedurale delle leggi che regolamentano il settore, proponendo anche per l’Italia un’alternativa tra prestazione monetaria e servizi alla persona, nell’ambito degli interventi di cura. Entrando nella panoramica delle testimonianze, don Angelo Fanucci ha ricordato come la sua comunità sia cresciuta, puntando sempre di più sul lavoro.
La dottoressa Commodi ha lanciato un appello sulla rete dei servizi sul territorio che va assolutamente confermata: una rete fatta di strutture a carattere residenziale quasi tutte in regime di convenzione.
Partendo dalla citazione di Bauman, secondo cui la portata del ponte della nostra costruzione sociale si misura dalla forza del suo pilone più debole, Barberini è entrato nel merito del piano sociale, uno degli assi nella manica della Regione per il sostegno a chi è afflitto da disabilità.
«Il nostro documento – ha ribadito Barberini – deve avere la forza di scegliere di sostenere le fragilità di chi è più in difficoltà come le famiglie, i giovani, gli anziani e i disabili. Il tutto con strutture territoriali diffuse per realizzare una vera integrazione sociale e sanitaria. Tra le priorità anche un’assistenza domiciliare vera e continuativa per dimostrare più attenzione alla persone e ai loro bisogni ». Per Barberini, è opportuno infatti che ci sia una “rete che cresca insieme nei territori”, consolidando “una comunità regionale forte e autentica”.
«Tutti – ha ribadito l’assessore – devono vedersi garantiti gli stessi livelli di servizi». Molto è già stato fatto e l’assessore ha annunciato il varo della nuova classificazione delle strutture residenziali per la disabilità, propedeutica ad una ridefinizione delle rette giornaliere. Diversi poi i bandi regionali che mirano al reinserimento lavorativo delle persone con disabilità. Un quadro denso di attività dunque, che per Barberini deve tener conto anche “della sussidiarietà con i Comuni e con i sindacati, per un gioco di squadra che realizzi una società migliore”.
Le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale organizzativo della Uil pensionati Emanuele Ronzoni. Dall’esponente nazionale del sindacato, dopo un’analisi politico-economica del Paese durante la quale sono state evidenziate alcune criticità e scelte politiche a scapito dei pensionati, un messaggio affinché le norme, già all’avanguardia sulla disabilità, possano essere rispettate.
«Il problema – ha detto – è che chi deve verificare è preso da altre cose. A noi spetta il ruolo di combattere e di parlarne ». Per Ronzoni occorre fare un salto, «dai documenti alle esperienze concrete, per trovare le giuste soluzioni » che sarebbero « un fondo per la non autosufficienza e una legge quadro».
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