
E’ in programma venerdì 16 gennaio alle ore 21 al Teatro Comunale una produzione del Teatro Stabile dell’Umbria e della Fondazione Cucinelli, ‘Sinfonia d’autunno’, capolavoro di Ingmar Bergman, per la regia di Gabriele Lavia e con la presenza di una straordinaria protagonista della scena italiana, Anna Maria Guarnieri. “Domina la scena la Guarnieri conferendo genialmente al suo personaggio delle movenze sgraziate, riflesso di una “dis-grazia” interiore. Incisiva anche Valeria Milillo, misurato e credibile, il Viktor di Danilo Nigrelli; da menzionare poi Silvia Salvatori che rende gotiche e struggenti le apparizioni molto fisiche e dirompenti di Helena. Tutti sapientemente guidati da una regia che ha il merito di riuscire a trasformare almeno per tre quarti dello spettacolo una peripezia bergmaniana parecchio verbosa e filosofica in un iter emotivo”, si legge in un articolo di Michele Sciancalepore su ‘Avvenire’.
La traduzione è di Chiara De Marchi, gli altri interpreti sono Valeria Milillo, Danilo Nigrelli, Silvia Salvatori; scene Alessandro Camera, costumi Claudia Calvaresi, musiche Giordano Corapi, luci Simone De Angelis. Bergman scrisse la sceneggiatura di Sinfonia d’Autunno (Höstsonaten) nel 1976, e, come in altre sue opere, racchiuse le sequenze dei crudeli duelli fra i quattro personaggi comprimari in una forma drammaturgica adatta alla rappresentazione filmica e a quella teatrale, costruendo per gli attori dialoghi e monologhi nel suo stile asciutto, serrato. Nella messinscena di Lavia, la Guarnieri è Charlotte, celebre pianista di musica classica, madre di Eva, interpretata da Valeria Milillo.
Il conflitto fra Charlotte e Eva è il nucleo centrale della rete di relazioni fra i quattro personaggi in scena: Charlotte è completamente identificata con il suo lavoro e da sempre sente come una pena insopportabile l’affetto delle persone che hanno bisogno di lei, come le figlie. Eva, una donna adulta che ha perduto poco tempo prima il figlio di quattro anni, ancora cerca l’amore della madre ma continua a metterla di fronte alla sua impotenza affettiva, ricordandole tutte le sue fughe, che hanno ferito senza rimedio la sua infanzia e quella di Helena, l’altra figlia, ormai invalida, interpretata da Silvia Salvatori. Solo Viktor, il marito di Eva, interpretato da Danilo Nigrelli, che ogni giorno trova rifugio dalla sua desolazione chiudendosi nella stanza del figlio morto, sa mantenere un suo equilibrio, fatto di disincanto e di accettazione degli altri. Non c’è soluzione al rancore e al senso di colpa di Eva e di Charlotte come non ce ne può essere per Helena, condannata dalla sua infermità, né per Viktor, che si è rinchiuso nella sua solitudine imbelle.
Sembra che ogni personaggio lasci prevalere l’indulgenza e ritrovi l’affetto per l’altro a condizione di restarne separato. Come se i sentimenti reciproci potessero esistere solo fuori dalla realtà comune, nel teatro interiore di ognuno. Gabriele Lavia nelle sue note di regia scrive: “Vedi tutte quelle luci accese sulla collina? Se penso che tutti sono intenti alle loro faccende … È come se io fossi esclusa … Eppure ho sempre tanta nostalgia della mia casa, ma quando sono lì, poi, mi rendo conto di aspettarmi qualcosa che non esiste …. Sono parole del personaggio di Charlotte (la Madre) in Sinfonia d’Autunno di Ingmar Bergman: “Essere esclusi”: un sentimento che Bergman doveva conoscere molto bene. Un sentimento comune ai “teatranti”, anche ai “concertisti” … comune a quegli strani esseri umani che “si espongono”, che “sono” sul palcoscenico. Hanno una sola possibilità d’essere: “esporsi”. Non riescono a essere Padri o Madri. Mariti o Mogli. Non sono normali.
Sono “strani” e sono condannati a quella che Bergman chiama la “Solitudine Assoluta”. Ma forse questa “esclusione” e questa “Solitudine Assoluta” è la maledizione comune della nostra epoca. L’epoca del Nichilismo compiuto. La maledizione di Charlotte è il “pianoforte”. Per il “pianoforte” Charlotte è stata una pessima madre, una pessima moglie, una pessima amante. Per il pianoforte Charlotte ha rovinato la vita di tutti coloro che le sono stati vicino. E ha rovinato sé stessa. Tutta questa storia di “esclusioni”, di “privazioni” ruota intorno alla figura simbolica del pianoforte. E il pianoforte è il “demonio” che tradisce tutti, compresa lei la pianista.
Colpita da un “dolore” (alla schiena) Charlotte non sarà più una grande pianista. E in arte, ma forse anche nella vita, non ci sono mezze possibilità. O “sei” grande o non “sei”.” Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20, fino al giorno precedente lo spettacolo. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima della recita altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it .
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