![Ceri di Gubbio Ceri di Gubbio, ecco l'alzata [LE FOTO]](https://www.altochiasciooggi.it/wp-content/uploads/2016/05/CERI-DI-GUBBIO-ALZATA-1-678x381.jpg)
Ceri di Gubbio, ecco l’alzata [LE FOTO]
Si è rinnovato il rito secolare di tradizione e fede dell’Alzata dei Ceri, a Gubbio. La piazza Grande ha accolto i Ceri, simbolo di una comunità e di una regione intera, omaggio ai valori di solidarietà e condivisione del vescovo Ubaldo. Il tempo ha concesso una tregua e come sempre nella gioia e nel tripudio di colori, le strutture lignee sono tornate a svettare.
La giornata è iniziata molto presto con la sveglia dei tamburini ai capitani e ai Capodieci. Poi la sempre emozionante visita al cimitero per ricordare i ceraioli che non ci sono più. Poi il cerimoniale sola consegna delle chiavi della città da parte del sindaco ai capitani e ai Capodieci. A vedere la cerimonia da Palazzo Pretorio, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, la presidente dell’Assemblea legislativa Donatella Porzi, il vicepresidente della Giunta Fabio Paparelli e il consigliere regionale Andrea Smacchi. Molti anche gli onorevoli, affacciati alle finestre Walter Verini, Adriana Galgano e i rappresentanti del Movimento 5 Stelle Tiziana Ciprini e Filippo Gallinella. Presenti anche e il procuratore Cardella e il rettore dell’Università degli Stranieri Giovanni Paciullo.
Si è conclusa l’avventura della Festa dei Ceri 2016, una Festa che ha catalizzato l’attenzione sull’Umbria per 24 ore, dietro a quei giganti di legno, impegnati in una Corsa folle che li ha riportati alla Basilica.
La giornata, bagnata dalla pioggia dopo le 17, è proseguita dopo l’Alzata con la mostra di ogni Cero nelle rispettive zone, per rendere omaggio a tutti i ceraioli anziani, costretti a casa. Nel frattempo, all’interno della Sala dell’Arengo di Palazzo dei Consoli si è svolta la Tavola Bona, il banchetto organizzato dai ceraioli per le autorità e per tutte le rappresentanze istituzionali ospitate. Poi, dalle 17, la processione.
Da via Savelli la nuova partenza nel pomeriggio con l’Alzatella. Dopo la benedizione del vescovo la partenza ufficiale e maestosa per le vie del centro di Gubbio, fino al monte Ingino. Quattro i tratti fondamentali: il primo e cioè quello che parte dalla Calata dei Neri, Corso Garibaldi, via Cairoli e poi la pausa di 15 minuti. Si è proseguito sotto la pioggia battente per la discesa di via Mazzatinti (o Calata dei Ferranti), per poi continuare in pianura per Piazza 40 Martiri fino al quartiere di San Martino, da cui sono risaliti per Via dei Consoli fino all’imbocco di Piazza Grande dove si fermano per circa 15 minuti. Prima del terzo tratto il simbolo atto della riconsegna delle chiavi della città al sindaco. Questi, dalla finestra della Sala Consiliare, con il fazzoletto bianco, ha dato il via ai campanari per la sonata e la ripartenza della corsa.
“Sono a Gubbio dove si rinnova la straordinaria Festa della Corsa dei Ceri. I Ceri sono non la tradizione, ma la Storia di Gubbio e della nostra Regione”. È quanto scrive la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, oggi a Gubbio per partecipare alla Festa dei Ceri, in un post sul suo profilo personale di Facebook. “Dal 1160 – scrive la presidente, che sarà a Gubbio fino a domani per partecipare anche alle celebrazioni del Santo Patrono, Sant’Ubaldo – si rinnova ogni anno questa straordinaria festa religiosa e civile, popolare e emozionante.
Ma i Ceri sono anche lo stemma dell’Umbria, della Regione come istituzione. Sarà importante con il Comune di Gubbio e con il Ministero dei Beni e attività culturali arrivare al riconoscimento Unesco. Ed ora Eccoli…”.
La presidente Marini ricorda poi che “oltre quaranta anni fa l’Umbria intera, attraverso il Consiglio regionale, decise e scelse un simbolo che doveva rappresentare l’identità regionale: ‘I tre Ceri di Gubbio’. Ho sempre detto, e mi piace ripeterlo oggi, nel giorno della Festa, che questo simbolo è quello che meglio e più di altri riesce a fare sintesi, come si dice, dell’identità di un’intera comunità regionale. Dunque le ragioni che spinsero allora, verso questa scelta, i nostri “padri costituenti” di quella stagione del regionalismo – conclude – sono ancora oggi valide ed attuali”.
Commenta per primo