L’apertura del Museo Opificio Rubboli, Smacchi: “Una svolta per Gualdo Tadino”

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“L’apertura del Museo Opificio Rubboli rappresenta un punto di svolta per la comunità gualdese”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Partito democratico), il giorno del taglio del nastro della nuova struttura museale. Un percorso artistico di quattro stanze, corrispondenti alle fasi produttive della manifattura più un locale esterno dedicato alle muffole, forni risalenti al 1884. Il museo ospiterà al suo interno la Collezione Rubboli, maioliche a lustro, che vanno dal 1878 agli anni settanta e altre opere significative di altre importanti manifatture ceramiche dello stesso periodo. “Finalmente quindi una tipicità del territorio trova un suo posto di rilievo nel sistema museale – continua Smacchi – che diventerà sicuramente un punto di riferimento attrattivo oltre i nostri confini regionali. Una stella polare che potrà far conoscere alle nuove generazioni la storia gloriosa di Gualdo. Un percorso che è iniziato 15 anni fa e ora arriva a compimento. Non posso che ringraziare pubblicamente – continua Smacchi – tutti quelli che c’hanno lavorato, il Comune di Gualdo Tadino, la Regione Umbria, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e l’associazione culturale Rubboli, che hanno reso possibile questa importante giornata. L’associazione culturale Rubboli è quella che, dal 2007, promuove la tutela della tecnica della ceramica a lustro e le ricette originali degli impasti oro e rubino di Paolo Rubboli. Eredità che stanno tutelando al meglio. Il loro stimolo e’ stato fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo di oggi. Il fatto poi che anche Vittorio Sgarbi abbia visitato il museo e abbia chiesto in prestito per l’Expo dei pezzi di Rubboli, realizzati con Aldo Ajo’, e’ il certificato di qualità dell’esposizione. Il settore della ceramica – spiega Smacchi – è uno di quelli che sta soffrendo in questa crisi economica, ma credo che solo guardando alla storia e alla tradizione di qualità del territorio si potrà superare questo difficile momento. La Regione, dal canto suo, sta facendo tutto il necessario per il comparto, come ha ricordato la presidente Marini”.

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Il museo e’ allestito nei locali ottocenteschi dell’opificio. Ospita una collezione di maioliche a lustro prodotte dal 1878 agli anni sessanta del Novecento, oltre ad alcune opere significative di altre manifatture ceramiche dello stesso periodo. Il percorso museale e’ articolato in quattro stanze che corrispondono alle diverse fasi produttive della manifattura, piu’ il locale degli antichi forni a muffola. Secondo lo studioso inglese Alan Caiger-Smith, considerato il principale esperto della tecnica a lustro, il forno a muffola progettato da Paolo Rubboli intorno al 1870 e’ una versione modificata di quello di Mastrogiorgio da Gubbio. Secondo Caiger-Smith probabilmente si tratta dell’unico esempio di questo tipo di forno per il lustro rimasto al mondo. I forni ottocenteschi sono una copia fedele di quelli illustrati da Cipriano Piccolpasso nel suo trattato “Li tre libri dell’arte del vasaio” del 1558, realizzati per ottenere i celebri lustri oro e rubino in terza cottura bruciando fascine di ginestra. Le opere realizzate grazie al recupero di questa antica tecnica, tramandata poi di generazione in generazione fino ad oggi, costituiscono un patrimonio ormai unico e testimoniano il legame con l’eccellenza artistica e artigianale del Rinascimento umbro. Lungo il percorso espositivo si sviluppa anche la storia della famiglia Rubboli, le cui generazioni hanno tramandato il segreto di questa tecnica che ha prodotto, tra tradizione e innovazione, opere di straordinaria complessita’ compositiva, rigore e sobrieta’ stilistica. Il Museo Rubboli, di proprieta’ comunale, lavorera’ in stretta sinergia con la Associazione culturale Rubboli, nata nel 2007 con sede a Gualdo Tadino per volonta’ di Maurizio Tittarelli Rubboli e Marinella Caputo, allo scopo di promuovere e tutelare la tecnica ceramica a lustro di tradizione mastrogiorgesca e le ricette originali degli impasti oro e rubino di Paolo Rubboli.

 
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