Gubbio, atti vandalici chiostro San Pietro, la posizione del sindaco

Si prova un profondo rammarico nel vedere deturpato un bene comune di grande valore

Nota sindaco Stirati
Filippo Stirati

Gubbio, atti vandalici chiostro San Pietro, la posizione del sindaco GUBBIO – Prende posizione il sindaco Filippo Mario Stirati contro i nuovi, recenti atti vandalici che hanno preso di mira, in particolare, il chiostro del complesso monumentale di S. Pietro, dove è ospitata la Biblioteca Comunale Sperelliana.

Si prova un profondo rammarico – commenta il sindaco Stirati – nel vedere deturpato un bene comune di grande valore, in questo caso le mura e il colonnato del chiostro principale del complesso monumentale di S. Pietro, gioiello di architettura, di recente restaurato e spazio elettivo d’estate per tante manifestazioni culturali e ricreative.

La Biblioteca, luogo di formazione e di trasmissione di civiltà e di sapere, non è nuova a deturpazioni verificatesi nel tempo: giocattoli gettati dalle finestre, poltrone imbrattate, arredi rovinati, manifesti strappati.

Certo, sono fatti isolati rispetto alla maggioranza dei civilissimi utenti che usufruiscono dei tanti servizi che la Sperelliana mette a disposizione. Ma l’amarezza è ugualmente profonda. Non solo perché si tratta di un bene comune e di una risorsa della collettività, che è chiamata dunque ad esserne responsabile, a tutelarlo e non a sfregiarlo. Ma anche perché tali atti vandalici sembrano essere il segnale di un malessere profondo che serpeggia soprattutto tra le giovani generazioni, più incerte e disorientate nella loro crescita e nelle prospettive di affermazione e di lavoro, con un futuro percepito più come una minaccia che come una rosea promessa.

Affermiamo questo non certo per giustificare gli autori di tali gesti che vanno fermamente condannati e stiamo procedendo, come doveroso, a svolgere approfondimenti sulle circostanze e a sporgere denuncia contro ignoti. Ma siamo altresì consapevoli di quello che andiamo dicendo da tempo: occorre un’azione comune e condivisa sul piano politico, sociale, psicoterapeutico per dare risposte di fiducia e in alcuni casi di speranza a una crescita disordinata e talvolta priva di regole, come è quella della società contemporanea.

La soluzione non può essere solo repressiva, con l’installazione di telecamere in tutti i luoghi pubblici, che pure sono necessarie come nel caso della regolamentazione di accessi alle auto nel centro storico; occorre invece che le istituzioni, la scuola, la famiglia si aprano a un maggior dialogo e costruiscano un terreno di ascolto per intercettare solitudini e nuove emarginazioni, che spesso sono il terreno fertile per atti violenti.

 
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