
Viene consegnato agli archivi il 26° Gubbio Summer Festival che dal 20 luglio al 6 agosto ha fatto della città umbra una vera e propria capitale della musica classica. L’iniziativa, patrocinata da Regione dell’Umbria e Comune di Gubbio con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e la collaborazione di Gubbio Cultura e Multiservizi, ha visto fondersi con successo e una forte partecipazione le varie attività. Le masterclasses hanno coinvolto oltre duecento giovani provenienti da varie parti del mondo, e hanno conquistati tutti i concerti con i maestri di indiscusso prestigio e gli stessi allievi. Katia Ghigi, direttore aristico, traccia un bilancio di questo appuntamento entrato ormai da tempo a far parte del panorama culturale nazionale.
Quale segno lascia soprattutto il festival di quest’anno?
“Il livello artistico, davvero altissimo, di tutti i concerti. Si è raggiunta – spiega Katia Ghigi – una notevole dimensione qualitativa. Il numero degli allievi è stato crescente, questo testimonia la qualità della proposta che va oltre la crisi. Il rapporto è stato sempre di grande energie positiva tra maestri, allievi, organizzazione e la città”.
C’è un segreto per questa iniziativa culturale che viene proposta da 26 anni?
“La riuscita della manifestazione con il coinvolgimento di maestri e allievi che esprimono tanta qualità. Dai partecipanti e i soggetti coinvolti mi viene riconosciuto un impegno totale: mi preme trasmettere positività lasciando liberi i professionisti e gli allievi impegnati, con la capacità di interagire che è evidente. Credo che il segreto siano anche i rapporti con i maestri, la bellezza di Gubbio, le location”.
Cosa rappresenta Gubbio Summer Festival nel panorama nazionale?
“Rappresenta un’eccezione. Ci sono pochissime iniziative del genere con i corsi tutti attivati, i concerti con maestri e allievi, il pubblico agli spettacoli. Numeri ottimi su tutti i fronti. Gli studenti sono stati particolarmente impegnati e hanno vissuto la città”.
Oltre 200 allievi ai corsi: restano colpiti da qualcosa in particolare?
“La bravura dei maestri, l’accoglienza, la simpatia dello staff. C’è interazione con tutte le componenti, dall’organizzazione fino agli allievi dell’indirizzo musicale della scuola Mastro Giorgio-Nelli e i volontari. Ci sono degli allievi di livello internazionale che nobilitano le masterclasses. Abbiamo anche allestito un’opera lirica, con la presenza delle istituzioni, a chiusura della manifestazione”.
Cosa c’è nel futuro di Gubbio Summer Festival?
“La volontà di confermarsi e di rafforzarsi. Spero che ci sia un aumento di contributi perché tenere in piedi un’operazione del genere non è semplice. L’impegno è gratuito con tanto volontariato per far funzionare tutto al meglio. Crediamo nella musica classica che arriva ai confini del jazz, la musica popolare e folcloristica, contemporanea e d’avanguardia contemporanea tra diverse contaminazioni”.
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