Omar Pedrini: lo Zio Rock fa rivivere il mito dei Timoria

Foto di Marco Zuccaccia

Da Marco Zuccaccia
Una festa per gli occhi e per le orecchie lo show al Fabric Fest di Valfabbrica di Omar Pedrini, ospite di punta della serata Acoustic Session nel centro storico della cittadina umbra. Una serata che ha spazzato via qualsiasi dubbio circa le reali attuali capacità del musicista bresciano dopo i problemi di salute di cui è stato vittima.

I Timoria, sono stati un gruppo che ha vinto dischi d’oro e di platino. Uno dei principali artisti interpreti di questo gruppo assieme a Francesco Renga è stato appunto Omar Pedrini, autore di molti dei testi della band. Lo spettacolo andato in scena a Valfabbrica ha costituito un viaggio lungo vent’anni, dalle canzoni scritte per i Timoria a quelle più recenti scritte per gli album come solista.

Per questo intimo tour lo “Zio Rock” – come lo chiamano i suoi fan – propone oltre ai successi dei Timoria, brani della sua carriera solista, sopratutto quelli tratti da “Che ci vado a fare a Londra?” del 2014. Il viaggio è iniziato con “Quando un uomo (la ballata di Augusto e Rosi)” tratto proprio da questo ultimo lavoro, ed è proseguito con il pezzo “Via Panada Superiore” del repertorio dei Timoria. L’alternanza fra pezzi recenti e del passato della carriera di Pedrini ha favorito il racconto di episodi e aneddoti legati alle canzoni che i fan presenti hanno accolto con grande favore.

Nel live, chiamato “Unplugged. Tra musica e poesia”, Pedrini  è accompagnato alla chitarra da Marco Grasselli. Non mancano momenti di arte poetica legata ad autori che lo hanno ispirato tra cui Neil Young con Hey Hey, My My (Into the Black), un tributo ai Dik Dik con “L’Isola di Wight” e il ricordo delle sue apparizioni come attore come avvenuto nel film “Un Aldo qualunque” in cui impersona i panni di Don Luigi, un prete hippie che fa le prediche con la musica dei Rolling Stones.

Pedrini durante il live è andato ad emozione, senza una scaletta predefinita, accettando richieste dai presenti. E’ successo la prima volta in occasione della richiesta di una bambina, di una canzone tratta dall’ultimo album di Pedrini che è “Gaia e la balena”. Tra le richieste suonate “Lavoro inutile” e molte canzoni del repertorio dei Timoria tra cui “Senza Vento”, “Sole Spento” e “Sangue Impazzito” che spesso chiude i suoi live, come successo anche al Fabric Fest.

In apertura di serata Blue Dean Carcione, one man band con ukulele, valigia su cui battere il tempo con il piede e voce ha deliziato il pubblico con la sua folk experience fatta di pezzi bluegrass – il country che si balla con i gomiti alzati – impreziosita da autentiche gemme quali “Lovesick Blues” di Hank Williams, passando per canzoni più conosciute dal grande pubblico come “Tainted Love” e “Lonely Boy”.

Foto di Marco Zuccaccia

 
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