
Riconosciuto il fondatore e promotore della riabilitazione cardiologica
La sala riunioni del Centro di Riabilitazione Cardiologica di Gualdo Tadino ha ricevuto un importante riconoscimento dedicandola a Marcello Pagliacci, figura chiave nello sviluppo della cardiologia territoriale e fondatore della struttura alla fine degli anni Ottanta. Pagliacci, insieme al collega Korosec Fortunato Wiliem, ha dato vita nel 1990 ad Anaca, l’Associazione per la nuova assistenza cardiopatici, che continua a collaborare strettamente con il Centro.
Medico cardiologo, Pagliacci ha operato presso l’ex ospedale Calai di Gualdo Tadino e nel 1980 ha creato una delle prime unità di riabilitazione cardiologica italiane, ospitata nella palazzina rosa del Distretto Alto Chiascio dell’Usl Umbria 1. Tra i suoi casi più significativi si ricorda quello di Saverio Pallucca, primo paziente trapiantato di cuore in Umbria nel 1986 e secondo in Italia. Pagliacci lo ha seguito anche nella partecipazione alla Maratona di New York del 1987, evento che ha coinvolto una equipe medica dedicata.
La cerimonia di intitolazione, organizzata da Anaca, si è svolta il 29 luglio alla presenza di rappresentanti istituzionali e sanitari. Erano presenti Paola Tomassoli, direttrice del Distretto Alto Chiascio, Marco Cardile, direttore facente funzioni della Cardiologia-Utic dell’ospedale di Gubbio – Gualdo Tadino, Silvia Martinelli, responsabile del Centro di riabilitazione cardiovascolare, Carlo Crocetti, presidente di Anaca, Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino e presidente della Provincia di Perugia, e la dottoressa Mandorla, ex cardiologa attiva in Anaca.
Tomassoli ha evidenziato il valore del Centro come punto di riferimento che integra i servizi ospedalieri con quelli territoriali, ringraziando Anaca per il contributo costante al miglioramento del recupero dei pazienti. Crocetti ha ricordato il dottor Pagliacci come protagonista fondamentale della cardiologia locale e motore dell’iniziativa commemorativa. Il sindaco Presciutti ha concluso ringraziando tutti gli operatori impegnati nell’unità di riabilitazione cardiologica, sottolineandone l’importanza per la comunità.
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