
Pugno in faccia perché non sciopera, è successo a Gubbio
Nella mattinata del 5 ottobre, al Liceo Mazzatinti di Gubbio, un giovane studente ha subito un atto di violenza mentre cercava di entrare a scuola durante lo sciopero per il clima. L’episodio ha evidenziato tensioni tra gli studenti e suscitato preoccupazioni per la sicurezza nella scuola.
Il giovane studente, che aveva deciso di non partecipare allo sciopero per il clima e di assistere alle lezioni, è stato ostacolato da un gruppo di ragazzi del quinto anno che avevano aderito alla protesta. Nonostante il suo desiderio di andare a scuola come al solito, il ragazzo è stato bloccato e, in modo violento, colpito in faccia con un pugno.
La protesta dello sciopero per il clima, organizzata dagli attivisti di Fridays for Future, mirava a sensibilizzare sulle questioni ambientali e a promuovere azioni per fermare l’uso e gli investimenti nei combustibili fossili. Tuttavia, alcuni studenti hanno cercato di impedire con la forza l’accesso a coloro che desideravano seguire regolarmente le lezioni.
L’episodio di violenza è stato particolarmente grave, poiché ha coinvolto uno studente minorenne del secondo anno, mentre l’aggressore è un ragazzo maggiorenne che si appresta a sostenere gli esami di maturità. Il giovane è stato colpito più volte in volto, causandogli ferite e sanguinamento.
La situazione è peggiorata quando altri studenti presenti hanno iniziato a soccorrere il giovane ferito, che era sotto choc. Il dirigente scolastico, Maria Marinangeli, come riporta oggi il Messaggero, ha convocato i genitori dei due ragazzi coinvolti per affrontare la questione.
Le conseguenze di questo atto di violenza potrebbero essere legali, con l’accusa di lesioni personali, e disciplinari all’interno dell’istituto. La scuola sta esaminando gli eventi, nonostante l’incidente sia avvenuto sulla strada pubblica.
Questa situazione mette in evidenza la necessità di affrontare non solo le questioni ambientali ma anche quelle legate all’ambiente scolastico e alla sicurezza degli studenti. Gli slogan della manifestazione studentesca miravano a “resistere” e a salvare il mondo dai combustibili fossili, ma è importante ricordare che la discussione dovrebbe avvenire nel rispetto delle opinioni diverse e senza ricorrere alla violenza.
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