Se ne va Walkiria Terradura, partigiana eugubina che rischiò la vita per la libertà

Se ne va Walkiria Terradura, partigiana eugubina che rischiò la vita per la libertà

“Comunichiamo con immenso dolore la scomparsa di Walkiria Terradura, comandante partigiana, Medaglia d’argento al Valor Militare. Non la dimenticheremo, terremo vivi e attivi i valori di libertà e democrazia per cui ha speso la sua giovinezza con coraggio e altissimo senso di responsabilità. Walkiria è un simbolo importante del decisivo impegno delle donne nella Resistenza. Ciao comandante”.

Così Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’ANPI, ha comunicato, pochi minuti fa, la scomparsa di Walkiria Terradura, partigiana nata a Gubbio il 9 gennaio 1924. Dal padre Gustavo, avvocato del Foro perugino, che era finito in carcere per le sue idee chiaramente antifasciste, e liberato soltanto dopo la caduta di Mussolini, aveva imparato a odiare la dittatura.

Già al liceo, per il suo atteggiamento sprezzante verso il regime, aveva suscitato l’attenzione del fascio locale e fu più volte interrogata in Questura e redarguita severamente.

Con l’occupazione tedesca la situazione dei Terradura si complicò: quando i fascisti tentarono di catturare nuovamente il padre Gustavo, facendo irruzione nell’ala del Palazzo dei Duchi di Urbino dove l’avvocato viveva con la sua famiglia, fu Walkiria a salvarlo in modo quasi rocambolesco. Quando i nazifascisti se ne tornarono nelle loro caserme dopo otto ore di inutili ricerche, padre e figlia raggiunsero i Monti del Burano e si aggregarono alle nascenti formazioni partigiane della zona, e precisamente al gruppo Panichi.

Walkiria per la sua determinazione e coraggio fu nominata dai suoi stessi compagni a capo di una squadra che prese poi il nome di Settebello e si distinse in numerose azioni che alla fine della guerra le valsero la decorazione al valore e la nomina a sottotenente. Otto furono i mandati di cattura che i nazifascisti spiccarono contro la giovane donna che si era specializzata nel minare e quindi a far saltare i ponti insieme e sotto la guida di Valentino Guerra – già geniere del dissolto esercito italiano – per contrastare l’avanzata prima e la ritirata poi dell’esercito tedesco, che il comando di brigata e gli stessi alleati segnalavano.

Nei loro rastrellamenti i nazifascisti giravano con la fotografia di Walkiria, ma non riuscirono mai a catturarla pure essendovi stati vicini in varie occasioni. Durante la guerra conobbe un capitano dell’OSS (Office Strategic Service) con il quale si sposò, trasferendosi in America. Dopo un anno e mezzo Walkiria decise di tornare in Italia, dove i suoi racconti molto vivi hanno continuato a testimoniare la Resistenza e i suoi valori irrinunciabili.

“Salutiamo Walkiria Terradura come si saluta una donna che ha fatto la storia – sottolinea il sindaco di Gubbio Filippo Stirati – come si saluta chi ha scelto di farla dalla parte giusta e di rischiare la vita nel nome della democrazia, dell’antifascismo, della libertà, valori che tutti noi, oggi, anche nel nome dell’eugubina Walkiria, siamo chiamati a continuare a difendere con tutta la nostra forza”.

 
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