Ospedale Branca, dal 1° febbraio apre l’Obi cardiologico
Il progetto, primo in Umbria, è stato realizzato dal direttori Manuel Monti ed Euro Antonio Capponi e dal coordinatore infermieristico Simone Cappannelli
Da giovedì primo febbraio presso il presidio ospedaliero di Gubbio – Gualdo Tadino sarà attivata l’unità di Osservazione breve intensiva (Obi) in ambito cardiologico. Si tratta di un metodo innovativo per ridurre il sovraffollamento dei Pronto Soccorso, per migliorare l’assistenza dei pazienti di pertinenza cardiologica e l’ospedale di Branca è il primo in Umbria ad averla aperta. In tale setting i pazienti rimangono in carico ai medici specialisti che danno indicazione all’unità di Obi per lo specifico percorso assistenziale, mentre l’assistenza infermieristica viene effettuata dai professionisti del reparto a cui il paziente è stato assegnato.
Il progetto è stato realizzato dal direttore del Pronto Soccorso Manuel Monti, dal direttore f.f. della Cardiologia Euro Antonio Capponi e dal coordinatore infermieristico Simone Cappannelli, seguirà l’apertura da circa un anno dell’Obi Chirurgico, gestito dal direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale Andrea Tamburini, che ha dato ottimi risultati nei primi 12 mesi, così come l’Obi Pediatrico aziendale, attivo fin dal 2013 dal direttore della Pediatria area nord (sedi di Città di Castello e Gubbio – Gualdo Tadino) Guido Pennoni. L’apertura dell’Obi Cardiologico è stata fortemente voluta dalla direttrice del Presidio ospedaliero Gubbio Gualdo Tadino e del Pou (Presidio ospedaliero unificato) dell’Usl Umbria 1 Teresa Tedesco, con il sostegno del direttore generale Nicola Nardella, che punta a supportare una serie di azioni di rinforzo, miglioramento e sviluppo delle strutture afferenti all’Usl Umbria 1.
Il progetto è nato dal presupposto che i cambiamenti intervenuti in ambito sanitario negli ultimi anni hanno portato alla rivalutazione dei Pronto Soccorso intesi non più come luogo di “transito” ma come luogo di diagnosi e cura. L’avvento di nuove tecnologie in ambito radiologico e laboratoristico ha consentito a queste strutture di diventare luogo di diagnosi e terapia della fase iniziale della patologia acuta. Un’area dedicata come l’Obi cardiologico può progressivamente consentire di modificare il trattamento dei pazienti con patologie cardiache croniche o a bassa intensità di cura con l’obiettivo di non ricoverare più il paziente ma di studiarlo e trattarlo in un ambiente consono, aumentando l’appropriatezza dei ricoveri. Inoltre, l’apertura dell’Obi cardiologico ha un ruolo fondamentale nel ridurre il sovraffollamento dei Pronto Soccorsi, rispettando le indicazioni del Ministero della Salute sulla riduzione della permanenza dei pazienti nei Pronto Soccorso.
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